Gli AZTECHI nei tempi più remoti sembra abbiano avuto una fede monoteistica, in un essere supremo creatore di tutte le cose, chiamato Teotl (dio) oppure Tloque Nahuaque (che ha tutto in sé) o ancora Ipalmemoualoni (per il quale esistiamo). In seguito gli Aztechi, bellicosi e crudeli, praticarono un grossolano politeismo.
La fede in un dio unico si trasformò in un politeismo con gran numero di dei, tre dei quali, secondo il mito, furono grandi condottieri deificati che vennero fatti oggetto di grande venerazione: Tezcatlipoca, massima divinità, Huitzilopoz-tli, dio della guerra, Quetzalcoatl, dio dell’aurora, del sole e dei venti.
La casa e la famiglia ebbero propri numi tutelari, i Tepitoton, affini ai Penati romani.Si credeva nella vita ultraterrena, ma non che tutti i morti conseguissero l’immortalità, giacché il destino dei defunti si considerava strettamente legato al modo in cui essi morivano, alla loro ricchezza, al loro grado, anziché alla condotta morale osservata in vita.
Lo spirito bellicoso degli Aztechi si può spiegare con certe credenze; chi, per esempio, chi periva in combattimento o caduto prigioniero, veniva poi trucidato dal nemico, sarebbe stato immortale, e posto nel cielo del sole, l’llhuicatl Tonatiuh. Coloro che morivano in seguito a lebbra, podagra o ad altre malattie contagiose, venivano invece innalzati al cielo di Tlaloc, in qualità di vittime prescelte dal dio.
I riti aztechi ebbero un carattere cruento: vite umane venivano spesso immolate, perché da questi sacrifici dipendevano le sorti della guerra o il benessere del popolo.
La vita e l’ordinamento gerarchico dei sacerdoti, chiamati Teopixque (guardiani degli dei), erano regolati da norme severissime. A capo di essi era il Sommo Sacerdote, detto Teotecuhtli, eletto dai notabili, e che doveva appartenere a stirpe regale. Oltre al culto degli dei ed alla cura dei templi, i sacerdoti provvedevano all’educazione dei giovani e alla compilazione degli annali e del calendario.